Si definisce «fattore di rischio» una caratteristica, una condizione o un comportamento che causa un aumento della probabilità
della comparsa di un tumore.4
I fattori di rischio includono l’età avanzata, la presenza di anemia, livelli anomali di globuli bianchi o piastrine, e la presenza di un elevato numero di cellule immature nel sangue.2
Nella maggior parte dei casi i fattori di rischio non sono una causa diretta della patologia. Alcune persone, pur avendo svariati fattori
di rischio, non si ammalano, mentre in altre si riscontra la malattia pur in assenza di fattori di rischio noti.4
La genetica gioca un ruolo fondamentale nella mielofibrosi. Alcune mutazioni genetiche specifiche, come quelle nei geni JAK2, CALR e MPL, sono state identificate come fattori chiave nello sviluppo della malattia.2
Ad esempio, la mutazione del gene JAK2 è presente in circa il 50-60% dei casi, mentre quella del gene CALR si trova nel 30% dei pazienti, spesso in assenza di mutazioni JAK2 o MPL.1 La maggior parte di queste mutazioni è chiamata “driver” perché innescano la trasformazione delle cellule sane in cellule tumorali.5
In alcuni casi, però, si identificano mutazioni anche in geni non driver: (ASXL1, EZH2, IDH1/2, SRSF2, DNMT3A e TET2).5
Nella mielofibrosi, si osserva un’eccessiva crescita delle cellule del sangue, un fenomeno che spesso è causato da una mutazione nel gene JAK2.1,2